Virginia Woolf invocava la possibilità di avere 'Una stanza tutta per sé' nell'omonimo saggio del 1929: una stanza che permettesse anche a una donna di esprimersi liberamente.In un tempo in cui l'identità femminile e il corpo della donna vengono ancora soffocati e bistrattati da una subdola strumentalizzazione mediatica,noi sentiamo il profondo bisogno di opporci, spogliarci dei rigidi pregiudizi e riservarci un piccolo spazio 'al femminile' dove poter dar libero sfogo alla nostra arte.

mercoledì 19 maggio 2010

Io non ci sto









Mi permetto di inaugurare questo blog proponendo un appello, lanciato da 'Un altro genere di comunicazione' (http://comunicazionedigenere.wordpress.com/) ovvero, citando, 'Una mobilitazione in Rete per dire NO al programma tv e al degrado televisivo imperante'. L'iniziativa si riferisce al programma 'La pupa e il secchione' e invita ad esprimere la propria indignazione nei confronti di programmi degradanti come il suddetto (per l'immagine distorta che propongono del rapporto uomo-donna, e per la strumentalizzazione di un'ignoranza decisamente poco verosimile) mandando una mail alla redazione di Italia 1, esprimendo il proprio dissenso e sottoscrivendo il formato lettera già esistente che riporto qui sotto. Invito tutti a copiarlo su questa pagina http://www.tv.mediaset.it/italia1/form/form_2.shtml e firmarlo. Già in molti hanno risposto all'appello, la data che ci si è prefissi come termine è il 25 maggio!





Gentile redazione,il programma “La pupa e il secchione” svilisce le persone: uomini e donne. Lo stereotipo della donna pupa e dell’uomo secchione (e che viene umiliato dalla donna in questione) è vergognoso e appiattisce la molteplicità delle persone.
E’ vergognoso perché incita uomini e donne a svilire il proprio pensiero in ragione di un’apparenza che sembra pagare maggiormente ed è vergognoso perché fa sembrare uomini e donne degli animali, raggiungendo il grado zero della relazione.E’ questo l’esempio che la nostra televisione vuole dare? Non ci fate una bella figura come emittente e come azienda televisiva.
E se fino ad oggi in molti hanno subito in silenzio, ora siamo consapevoli che con il passaparola possiamo fare emergere anche un pensiero alternativo.
Riflettete sulle parole del Presidente Napolitano:
“Uno stile di comunicazione che offende le donne “nei media, nelle pubblicità, nel dibattito pubblico può offrire un contesto favorevole dove attecchiscono molestie sessuali, verbali e fisiche, se non veri e propri atti di violenza anche da parte di giovanissimi” (fonte Ansa).
In fede



firma

Vi invito a visitare il blog che ha lanciato l'iniziativa, di cui ho inserito il link a inizio pagina!

Grazie per l'attenzione,

Elisa





Elisa

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